Anno 2013

ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA - 26 gennaio 2013

     Alle ore 15.45 si dà inizio all’assemblea ordinaria annuale, in seconda convocazione. Su indicazione del direttivo, assume la presidenza dell’assemblea il socio Paolo Tolin. Il presidente uscente, Donato Gallo, espone la relazione morale per l’anno 2012 (che riepiloga anche il suo biennio di presidenza) fornendo anche alcuni dati sulle attività svolte; ringrazia il padre Abate e la comunità di Santa Giustina per l’ospitalità sempre disponibile e l’intero staff del direttivo con cui ha condiviso questo sue terzo mandato consecutivo; si scusa per talune difficoltà emerse soprattutto nell’organizzazione del corso annuale; auspica che molti soci siano disponibili a rendere un servizio comune entrando nella squadra del nuovo direttivo con un apporto propositivo e pratico.

     Il tesoriere uscente Giannino Carraro espone la relazione economico-finanziaria presentando in modo articolato le voci del consuntivo che viene subito messo in votazione ed approvato all’unanimità. Non vi sono domande di ammissione di nuovi soci. Segue infine la votazione per le cariche sociali del biennio 2013-2015 su schede appositamente preparate; i nominativi da esprimere sono nove.

     Conclusa la votazione, mentre il presidente dell’assemblea con due aiutanti provvede allo spoglio dei voti, si avviano le segnalazioni di novità bibliografiche e gli annunci degli appuntamenti.

     I risultati della votazione sono i seguenti (vengono riportati i nomi di chi ha ricevuto almeno 6 preferenze tra i voti validi espressi dai soci presenti e di quelli che hanno affidato una delega):

 

 

VOTI

Bolzonella Marco

22

Malavasi Stefania

21

Trolese don Francesco

18

Romanato Gianpaolo

17

Fontana Emanuele

16

Marcon Cristina

13

Carraro Giannino

12

Piovan Francesco

12

Gallo Donato

11

Tolin Paolo

11

     Hanno ottenuto almeno 6 voti anche: L. Saggin [10], P. Ferraro e L. Servadei [9], S. Ceccon [8], M. Nardello e R. Frison Segafredo [6].

     Risultano pertanto eletti nel direttivo i primi nove votati (con un ex aequo). Alle ore 17.45 l’assemblea si chiude.

     Il successivo martedì 29 gennaio gli eletti si sono riuniti e, ai sensi dello statuto, hanno cooptato Piera Ferraro Arvalli, Rosetta Frison Segafredo e Leopoldo Saggin. Le cariche sociali per il 2013-2015 sono state così definite:

  • Presidente: don Francesco Trolese

  • Vicepresidente: Marco Bolzonella

  • Segretario/a: carica vacante. Per il momento il nuovo presidente ha chiesto al vicepresidente di redigere il verbale delle riunioni ordinarie, con la collaborazione del segretario del direttivo.

  • Tesoriere: Giannino Carraro (cui verrà affiancata un’altra persona, non ancora identificata, che possa sostituirlo in futuro).

     Oltre alle cariche statutarie, sono state assegnate queste funzioni in singoli settori:

  • Segretario-verbalizzante del Consiglio direttivo: Donato Gallo

  • Responsabile dell’Autunno paleografico: Francesco Piovan

  • Collaboratori del responsabile dell’Autunno paleografico: Piera Ferraro Arvalli, Leopoldo Saggin (e si dovrà inoltre trovare una terza persona)

  • Responsabile informatico: Leopoldo Saggin

  • Consiglieri senza specifici incarichi (al momento): Emanuele Fontana, Rosetta Frison Segafredo, Stefania Malavasi, Cristina Marcon, Gianpaolo Romanato, Paolo Tolin.

     Il consiglio verrà inoltre allargato a Luisa Servadei laddove si debba discutere di rapporti con la Rivista di storia della Chiesa in Italia (RSCI).

Padova, 8 aprile 2013

Marco BolzonellaVicepresidente
don Francesco Trolese OSB
Presidente

RIUNIONE - 20 aprile 2013

     In apertura il Presidente neoeletto comunica che la funzione di segretario dell’associazione sarà svolta dall’ex-presidente Donato Gallo. Seguono la presentazione (Benucci, Bolzonella, Carraro, Gallo, Trolese) di varie novità bibliografiche, tra cui alcune recentissime pubblicazioni di nostri soci e le consuete comunicazioni.

     Introdotto da Donato Gallo, ha poi preso la parola Silvio Ceccon che da circa un quindicennio partecipa alle attività della “Societas veneta”. Laureato in lettere con indirizzo storico con una tesi sotto la guida della prof. Ada Gonzato Debiasi (1993), egli ha continuato a coltivare la ricerca, sia nel campo della agiografia medioevale sia in quello della storia ecclesiastica, collaborando a varie iniziative scientifiche e didattiche (lezioni, convegni ecc…) a Padova, Vicenza e Bassano del Grappa dove vive ed insegna come docente di ruolo nei licei, avendo conseguito due abilitazioni nel 2000 (nelle due classi di concorso di storia e filosofia e in materie letterarie e storia nelle secondarie). Nel 1997 ha conseguito il Diploma triennale di scienze religiose presso l’Istituto di Scienze Religiose di Vicenza e sta per discutere presso lo stesso ISSR una tesi di ricerca (relatore prof. F. Gasparini) per conseguire il Magistero in scienze religiose (laurea quadriennale). Ha svolto inoltre una qualificata attività di docenza: dall’anno accademico 2008-2009 insegna Storia della chiesa antica e medievale preso l’ISSR di Vicenza e nel 2010-2011 ha insegnato Storia dei santuari cristiani presso ISSR di Monte Berico, affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”. Nel 2008-2011 è stato ammesso a seguire i corsi di dottorato di ricerca in “Storia: culture e strutture delle aree di frontiera” (indirizzo di storia religiosa medievale) presso l’Università degli studi di Udine. Il 15 giugno 2012 ha conseguito il titolo relativo discutendo una impegnativa tesi (tutor il prof. Andrea Tilatti) riguardante l’attività sinodale in epoca medioevale e pretridentina nella diocesi di Padova, esaminata in un contesto comparativo comprendente le diocesi limitrofe (sia appartenenti alla stessa provincia ecclesiastica, sia ad altre, come nel caso di Castello-Venezia e di Adria).

     I principali risultati del suo lavoro sono stati presentati nella relazione che ha svolto, intitolata: “I sinodi delle diocesi venete dal medioevo all’età pretridentina: ricerche, problemi, risultati”. Il nostro consocio ha delineato un panorama storiografico relativo a questo tema, lasciato piuttosto in ombra nella ricerca, almeno in area italiana (con qualche eccezione, ad esempio per Firenze, Lucca, Siena, Aquileia), mentre la storiografia d’oltralpe (Francia, Inghilterra, area germanica, Europa centro-orientale) ha prodotto moltissimo sull’argomento, sia in termini di edizione dei testi sia nello studio delle fonti sinodali e della loro specifica rilevanza storico-istituzionale e canonistica. Un interesse a livello di singole diocesi si era già sviluppato, comunque, nella storiografia erudita del Sette ed Ottocento, ma le edizioni (la grande raccolta del Mansi ad esempio, o il più casalingo Dondi dall’Orologio) non risultano sempre affidabili; di qui nasce l’esigenza primaria di avere a disposizione un corpus sicuro di testi, mal editi e dispersi o di difficile reperimento.

     S. Ceccon in apertura ha fatto alcune precisazioni terminologiche fondamentali per affrontare il tema della ‘sinodalità’ nel suo articolarsi (concili ecumenici, concili generali, provinciali o metropolitici, superprovinciali, diocesani), soffermandosi sulla legislazione episcopale (diversa da quella metropolitica); ha rilevato come le/i sinodi siano sempre sotto-documentate/i, vale a dire che non esisteva affatto una equivalenza tra convocazione sinodale e promulgazione di costituzioni (che spettava alla sola autorità ordinaria vescovile). Erano infatti molto più numerose le sinodi in cui non venivano promulgate nuove norme, ma erano appunto chiamate così, come riunioni dei chierici della diocesi, svolte in differenti periodi (di solito dopo la domenica in Albis o a Pentecoste, talvolta in autunno). Ha presentato alcune tabelle riassuntive dell’attività sinodale medioevale per l’intera provincia ecclesiastica aquileiese e per singole diocesi come Aquileia, Feltre e Belluno, Trento, Verona, Vicenza. In particolare, sulle sinodi vicentine, curiosamente pochissimo documentate, Ceccon sta tuttora proseguendo le ricerche in vista della laurea presso l’ISSR. Ha poi specificamente affrontato le sinodi padovane (dalle loro prime attestazioni del sec. X) soffermandosi sulle iniziative, consegnate a raccolte più o meno ampie di statuti sinodali, che prendono avvio dalla fine del Duecento con il vescovo Bernardo di Agde e, attraverso l’attività di Ildebrandino Conti e Pileo da Prata nel Trecento (cui si devono due raccolte di non trascurabile estensione), giungono al Quattrocento, secolo segnato da una accelerazione di iniziative (Pietro Donà, Fantino Dandolo) sino al culmine ad opera della grande figura di Pietro Barozzi (1488). Le notizie anche in questo caso sono desunte da documenti che spesso citano l’occasione sinodale (convocazioni, relazioni di affissione di editti ecc…), mentre i testi normativi conservati, talvolta in modo assolutamente casuale, sono in numero assai minore. Infatti, di fronte all’esistenza di veri e propri libri di sinodi (spesso codici-archivio miscellanei, come nel caso di Padova e di qualche altra diocesi), si dà il caso di costituzioni pervenute per via fortuita. Spesso gli stessi vescovi non avevano cognizione di quanto era stato fatto dai loro predecessori. Anche senza poter generalizzare, si scopre poi una possibile circolarità di iniziative tra sinodi e visite canoniche, non a caso testimoniate come premessa o come conseguenza di attività sinodali.

     Ringraziamo vivamente Silvio Ceccon per la sua relazione, augurandoci di vedere un esito vicino ai suoi studi, attraverso l’edizione del corpus sinodale padovano conservato dalla fine del Duecento al tardo Quattrocento e lo studio del caso vicentino di cui ha fornito alcune linee generali.

Padova, 9 maggio 2013

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese OSB
Presidente

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RIUNIONE - 25 maggio 2013

     Dopo le comunicazioni e la presentazione di varie novità bibliografiche (Trolese, De Vitt, Granello, Malavasi, Carraro), ha preso la parola Christian Gabrieli per presentare la sua relazione sul tema Mons. Marcel Lefebvre e la sua comunità. Uno scisma in atto.

     Il giovane studioso, dottore in diritto canonico presso la facoltà “San Pio X” dello “Studium Generale Marcianum”, dove è stato allievo del prof. Bruno Fabio Pighin, ha compiuto un approfondito esame delle vicende della “Fraternità sacerdotale San Pio X”. All’argomento egli ha dedicato un fortunato libro, uscito lo scorso anno dalle Dehoniane di Bologna, basato su una vastissima documentazione che comprende anche fonti interne e riservate della stessa Fraternità. Con un inquadramento giuridico e con viva attenzione ai nodi del Concilio Vaticano II come la discussione sul concetto di Tradizione, la svolta conciliare verso l’ecclesiologia comunionale (criticata dal gruppo informale di circa 150-250 padri riuniti nel “Coetus internationalis patruum” già durante i lavori sinodali) e il nodo della riforma liturgica, il relatore ha trattato a fondo le vicende della Fraternità di Écône da mons. Marcel Lefebvre ad oggi. Lo scisma, malgrado i ripetuti tentativi di dialogo (anche recentissimi a seguito dell’atteggiamento molto paziente dimostrato da Benedetto XVI), è oggi una realtà in atto, dal momento che le scelte della Fraternità hanno condotto prima ad una seria collisione e poi alla rottura della comunione con la Chiesa cattolica attraverso l’ordinazione illecita di 4 vescovi.

     La relazione ha suscitato molto interesse, come hanno dimostrato le domande fatte da Romanato, Trolese, Calapaj, Gallo e Benucci riguardanti sia punti di vista generali, sia le possibili soluzioni allo scisma.

     Ringraziamo ancora il dott. Gabrieli per la disponibilità dimostrata, invitandolo fin da ora presso di noi per una futura occasione in cui potrà presentarci i suoi studi in corso sull’attività del card. Celso Costantini.

Padova, 5 giugno 2013

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese
Presidente

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GITA - 15 giugno 2013

     Nel pomeriggio del 15 giugno si è svolta la prevista gita sociale a Ferrara con la partecipazione di oltre trenta di persone, soci e simpatizzanti tra cui degli assidui frequentatori dell’Autunno paleografico. La magnifica giornata di sole e l’accoglienza calorosa degli amici ferraresi della contrada Santo Spirito che hanno fatto da guida alla comitiva (grazie don Federico Lauretta!) hanno consentito di svolgere nel migliore dei modi il previsto programma, articolato nella visita di quattro luoghi di grande interesse:

  1. la chiesa rinascimentale di San Cristoforo alla Certosa (oggi inserita nell’imponente complesso del cimitero monumentale di Ferrara) costruita per volontà di Ercole I d’Este all’interno della cosidetta “addizione erculea”, a seguito della quale la città assunse a inizio Cinquecento il suo attuale straordinario assetto urbanistico più che doppio rispetto alla città medioevale;

  2. il monastero del Corpus Domini delle clarisse che nel coro della chiesa accoglie le tombe di molti principi estensi, fra cui quelle dello stesso Ercole I, di suo figlio Alfonso I e di Lucrezia Borgia, moglie di quest’ultimo, morta nel 1519;

  3. la casa Romei, abitazione privata del XV secolo praticamente intatta, con i suoi suggestivi cortili a doppia loggia e gli interni magnificamente decorati;

  4. la bella chiesa di Santa Maria della Consolazione, una delle opere più convincenti della maturità dell’architetto rinascimentale Biagio Rossetti, ancora inagibile a causa del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel maggio 2012.

     La gita si è conclusa nel vicino chiostro dell’ex-convento dei Servi di Santa Maria (sede del Rione Santo Spirito) con una cena preparata dagli amici ferraresi che, oltre all’ospitalità, hanno offerto ai presenti anche un saggio della loro abilità di sbandieratori.

Padova, 3 ottobre 2013

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese
Presidente

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RIUNIONE - 19 ottobre 2013

     Dopo le parole introduttive del vicepresidente M. Bolzonella (in assenza del Presidente, impegnato in un convegno di studi a Pomposa) e del segretario D. Gallo, il dott. Guido Federzoni ha svolto la sua conversazione sul tema: Giuseppe Dossetti: dalla Costituente al Concilio Vaticano II. Il contributo al rinnovamento della teologia per una Chiesa mistero dello Spirito. Il relatore, medico a Modena, sin dalla sua giovinezza è stato personalmente vicino a Giuseppe Dossetti ed è membro della Comunità “La Piccola Famiglia dell’Annunziata”, associazione pubblica di fedeli cresciuta sulla via della “Piccola Regola” di Dossetti (1955) con l’approvazione dell’arcivescovo di Bologna card. Lercaro, formata da monaci e monache e da varie decine di coppie, presente a Monteveglio, Bologna, Modena e in Palestina. Egli ha offerto una lettura molto ricca del percorso che condusse Dossetti (1913-1996) da una brillante carriera di giurista e docente universitario dapprima all’attività nella Resistenza e poi all’impegno politico nelle file della Democrazia Cristiana ove svolse il ruolo di vicesegretario di De Gasperi e assunse, nei confronti delle varie correnti, posizioni spesso scomode rifiutandosi di fungere da semplice prestanome. Venne eletto all’Assemblea Costituente e poi alla Camera: un impegno densissimo durato sette anni (1945-1952), da cui scaturì la svolta della vita religiosa nell’ambito della quale, peraltro, vi fu un brevissimo ritorno alla politica locale nel 1956-58. Nel 1953, agli inizi dell’episcopato del card. Giacomo Lercaro (1952-1968), un momento di grande rilievo fu rappresentato dalla fondazione a Bologna di un Centro di documentazione come luogo di alta ricerca nel settore teologico e storico per laici, poi evolutosi, soprattutto grazie all’opera infaticabile di Giuseppe Alberigo, sino a diventare l’attuale “Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII”, istituzione di studio di rilevanza internazionale e di grande apertura culturale ed ecumenica. Già in quei primi anni l’attività scientifica fu sorretta da un afflato per la ‘riforma perenne’ della Chiesa, che individuava nei concili ecumenici i momenti essenziali, ma spesso problematici, della storia della Chiesa, quasi ad anticipare un evento che qualche anno più tardi fu reso concreto dalla convocazione del Concilio Vaticano II. Nelle sessioni conciliari Dossetti, consacrato sacerdote nel 1959, funse da perito personale del card. Lercaro, e dunque in una posizione apparentemente di retrovia, ma fu attivo nella preparazione di testi e documenti, in collegamento con le forze più vive del dibattito ecclesiologico: ruolo dei vescovi nella Chiesa, ecclesiologia di comunione, apertura al mondo, Chiesa dei poveri, guerra e pace. Dell’arcivescovo di Bologna Dossetti fu il principale collaboratore nell’immediato post-concilio, fino agli avvenimenti che portarono alla ‘destituzione’ del card. Lercaro del 1968.

     Ringraziamo il dott. Federzoni anzitutto per aver accolto il nostro invito, pur in mezzo ai suoi molti e gravosi impegni, per offrirci questa conversazione, condotta anche come appassionata testimonianza personale. In questo modo la “Societas” ha colto un’occasione speciale per ricordare la figura di Giuseppe Dossetti nell’anno del centenario della nascita, nel quale sono apparsi volumi importanti e sono state realizzate varie inziative a livello nazionale, culminate il 12-13 febbraio in un convegno a Roma con la commemorazione ufficiale svolta alla presenza del Presidente della Repubblica.

Padova, 12 novembre 2013

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese
Presidente

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CONVEGNO - 23 Novembre 2013

     Nella Sala San Luca dell’abbazia di Santa Giustina tra le 15.30 e le 18.00 si è svolto il pomeriggio che la Societas ha organizzato nell’anno del centenario della nascita e del decennale della morte del suo ideatore e fondatore Paolo Sambin: un appuntamento che è venuto ad affiancarsi (degnamente, crediamo) alla commemorazione svoltasi il 25 febbraio scorso presso l’Archivio antico dell’Università.

     Il convegno intitolato:

Paolo Sambin (1913-2003) – Ricerca storica e promozione della cultura

     prevedeva il seguente programma:

  • Saluti introduttivi

  • Rosetta Frison Segafredo: Costruzione della democrazia e promozione culturale a Padova: il contributo di Paolo Sambin

  • Donato Gallo: Erudizione e ricerca storica «in spirito di servizio»

  • Marco Bolzonella: Paolo Sambin e la “Societas”: alle origini di un sodalizio culturale

  • Seguono: Testimonianze per un maestro

     Dopo i saluti introduttivi e la lettura della lettera di adesione alla nostra iniziativa inviata dal socio onorario prof. Leonisio Doglioni, il Presidente ha ceduto le funzioni di attento moderatore dei lavori al prof. Antonio Rigon, al quale va il vivo ringraziamento del Direttivo e di tutti i soci per aver espresso con la sua partecipazione l’affetto che lo lega alla “Societas”, dopo una mattinata molto intensa dedicata alla presentazione ufficiale a Praglia del volume appena uscito e riguardante tale abbazia.

     Paolo Sambin (1913-2003) – Ricerca storica e promozione della cultura era il titolo complessivo del Convegno. Le tre comunicazioni che si sono succedute nella prima parte hanno approfondito l’impegno culturale di P. Sambin nel contesto culturale padovano, in quello degli studi storici a livello nazionale e nella sua azione di promozione verso un pubblico di non specialisti.

     Rosetta Frison Segafredo, Costruzione della democrazia e promozione culturale a Padova. Il contributo di Paolo Sambin, dopo aver ricordato in apertura alcuni elementi della biografia di Sambin, ha indagato aspetti poco noti del suo impegno culturale negli anni ‘50 del Novecento a Padova, particolarmente fervidi di iniziative per il progresso delle condizioni sociali. Ha analizzato la collaborazione di Sambin (sino al 1962, anno in cui divenne professore straordinario di Paleografia all’Università) ad alcune riviste quali “L’Orologio” e “Città di Padova”, mostrando come egli riuscisse a proporre con efficacia a un vasto pubblico saggi di ricostruzione storica molto densi (il monachesimo benedettino all’arrivo di Ludovico Barbo) o come si impegnasse per la conoscenza del patrimonio librario delle biblioteche pubbliche del Comune e questo proprio nel periodo in cui andavano maturando esperienze di impegno considerevole, quasi totalizzante, come “Italia medioevale e umanistica” e la collana “Italia sacra”.

     Donato Gallo, Erudizione e ricerca storica «in spirito di servizio» ha inteso ricordare il valore pregnante che avevano le parole “spirito di servizio” per Sambin anche nel campo dei severi studi di storia della Chiesa; riprendendo alcune considerazioni di Antonio Rigon e Mauro Tagliabue del 2004, ha rammentato gli stretti rapporti con mons. Michele Maccarrone (1910-1992) nella condirezione della “Rivista di storia della Chiesa in Italia” sino al 1975, un rapporto molto stretto e schietto, screziato da momenti di tensione rimasti irrisolti, come la ‘crisi’ del 1976. Ha ricordato poi padre Gilles Gérard Meersseman, domenicano fiammingo, docente a Friburgo in Svizzera, “tempra fortissima” di storico, noto per gli studi pionieristici sull’associazionismo laicale nel medioevo, divenuto veneto di adozione, che Sambin conobbe nel 1954-55 attraverso il comune amico Giuseppe Billanovich (ad un’idea di Billanovich risale anche la collana “Italia sacra”). Ha citato infine la cara figura di Germano Gualdo (1926-2005), formatosi a Vicenza e a Padova e poi spostatosi a Roma ove fu archivista vaticano sino al 1992. Valoroso ricercatore e docente di diplomatica e di storia della cultura, egli coltivò una esemplare amicizia con Paolo Sambin nata ai tempi della tesi di laurea nel 1952 e tenne il I corso annuale pubblico della “Societas” (1985) nonché il corso inaugurale del secondo decennio di attività (1995), ambedue fortemente voluti da Sambin.

     Infine Marco Bolzonella, Paolo Sambin e la “Societas”: alle origini di un sodalizio culturale, ha ripercorso, con attenta e viva sensibilità sulla base di fonti scritte divenute ormai traccia primaria per comprendere uomini, impegni e ambienti, la lunga genesi dell’associazione negli anni 1975-1982, periodo nel quale attorno a Sambin si radunavano, in varie sedi, gruppi di laureati e liberi studiosi impegnati sul fronte della collaborazione alle attività dell’Istituto per la storia ecclesiastica padovana e alla bibliografia regionale della “Rivista di storia della Chiesa in Italia”. Una svolta fu rappresentata dall’inizio della collaborazione con don Francesco Trolese, che portò, quasi naturalmente con sé, l’ospitalità nella Biblioteca di Santa Giustina. Ha poi approfondito uno snodo importante, quello delle fitte attività sia individuali sia collettive in vista dell’importante convegno su Pievi e parrocchie in Italia (Firenze, 1981) con tutte le titubanze di Sambin e le sue dichiarazioni sulle prospettive della ricerca storica nel settore, vere scelte di campo ecclesiologiche verso una visione ‘dal basso’. Dal 1983 al 1985 la “Societas” prese quindi forma come associazione costituitasi con atto notarile nel 1987 e “rifondata” successivamente nell’anno 2001.

     Lo spazio dedicato alle Testimonianze per un maestro ha raccolto altri interventi più brevi.

     Cristina Marcon ha impostato la sua testimonianza personale ricordando, con precisi riferimenti, lo “Studium Paduae”, una iniziativa che avrebbe dovuto costituire il parallelo della “Societas” nel settore degli studi di storia dell’Università. Inaugurato come gruppo di studiosi il 16 giugno 1990 in casa dello stesso Paolo Sambin e proseguito con alacrità per vari anni (con un forte calo dopo il 1998), si arenò infine nelle secche delle difficoltà logistiche, nella impossibilità di arrivare alla “sintesi istituzionale” (uno statuto) che nelle intenzioni di Sambin avrebbe potuto garantire continuità all’iniziativa.

     Mariano Nardello ha parlato con intensa e commossa partecipazione del ‘suo’ Paolo Sambin, conosciuto negli anni dell’Università, quando lo aveva indirizzato a laurearsi con mons. Giovanni Màntese (1969); quel Sambin che, sempre presente anche in altri importanti momenti della vita, lo aveva esortato a coltivare gli studi e che nel 1983 lo chiamò a partecipare alla Societas.

     Ugo Pistoia ha ricordato il suo primo incontro con Sambin nel 1983 alla Scuola di specializzazione per bibliotecari, la conoscenza e l’amicizia personale che immediatamente ne conseguì, il lavoro per la sua tesi, la lunga preparazione del volume che fu tratto da questa, ma anche la vicinanza personale di Sambin, sempre molto restio a trovarsi lodato e celebrato, come egli stesso poté sperimentare nella ‘corsa ad ostacoli’ per realizzare il volumetto Voci d’archivio, uscito dopo molte titubanze nel 2002.

     Francesco Liguori infine, ha portato la sua personale testimonianza, arricchita da vivaci aneddoti, di ‘allievo per caso’ e di ‘ultimo allievo’ di Sambin, che tenne appositamente per lui lezioni domestiche di paleografia fino a pochi mesi prima della scomparsa; Liguori ne ricevette uno stimolo fondamentale per dedicarsi a fruttuose ricerche d’archivio.

     A quanti sono intervenuti va un grazie molto sentito per aver accettato di parlare di Sambin, a volte svelando qualche aspetto molto personale di questo “maestro che resta”, così fedele nel rapporto con le persone. L’incontro si è chiuso alle 18.15, lasciando una viva soddisfazione nei partecipanti, oltre trenta (numero non molto alto ma forse giustificato dal maltempo e da concomitanti impegni); è stata anche l’occasione per rivedere con piacere alcuni soci e altri vecchi amici della Societas.

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     In base alla convenzione che regola i rapporti a livello pastorale tra la Diocesi di Padova e l’Abbazia di Santa Giustina, il nostro presidente, Padre Abate Francesco Trolese ha proposto il nostro socio Padre don Federico Lauretta per l’incarico di parroco della parrocchia di Santa Giustina in Padova. L’arcivescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, ha accettato l’indicazione e lo ha canonicamente nominato. L’immissione nell’ufficio avverrà alla Santa Messa delle ore 11.00 di domenica 8 dicembre 2013, solennità dell’Immacolata Concezione.

Padova, 1 dicembre 2013

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese OSB
– Presidente

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RIUNIONE - 14 dicembre 2013

     In apertura il Presidente don F. Trolese commemora brevemente la figura di don Gregorio Penco (Genova, 1926), decano degli storici del monachesimo italiano, che si è spento mercoledì scorso 11 dicembre nell’abbazia di Finalpìa (SV). Segue la presentazione di varie novità bibliografiche, tra cui alcune recentissime pubblicazioni di soci. Un elemento positivo è la presenza alle nostre riunioni, per la seconda volta, di simpatizzanti che stanno frequentando l’Autunno paleografico.

     Ha poi preso la parola Emanuele Fontana, nostro socio da vari anni (è stato tesoriere e fa parte dell’attuale Consiglio direttivo), giovane e valente studioso che ha al suo attivo articoli e saggi nel settore degli studi francescani e della predicazione medievale. Nella sua densa relazione sul tema: “I frati Minori della provincia di Sant’Antonio tra insegnamento, cura d’anime e attività di governo (secoli XIII-XIV)” ha sintetizzato fonti, problemi e risultati di una lunga ricerca iniziata con la tesi di dottorato in Storia del Cristianesimo e delle Chiese (2005-2007, discussa nel 2008), proseguita negli anni seguenti con studi presso importanti biblioteche in Italia e in Europa (Firenze, Parigi, Inghilterra, Città del Vaticano) e sfociata in un volume complessivo edito dal Centro Studi Antoniani qualche mese fa. Egli ha parlato dell’organizzazione delle strutture scolastiche interne all’Ordine francescano esaminate in un concreto caso di studio di alto significato storico, costituito dalla provincia detta della Marca Trevigiana, più nota come provincia di Sant’Antonio, nell’arco di un intero secolo, dal 1260 (anno delle Costituzioni del capitolo generale di Narbona) sino all’istituzione ufficiale della Facoltà di teologia a Padova (1363). Dopo aver accennato alla questione dell’assunzione da parte dei Frati Minori, ancora vivente san Francesco, di un impegno diretto nel campo della cultura e delle scuole (figura di spicco in questa opzione fu Antonio da Lisbona/di Padova), ha dato una sintesi della normativa dell’Ordine nel Due e Trecento, non sempre chiara e spesso riferita soltanto all’ambiente dello Studio di Parigi che però non fu affatto la sede principale di formazione culturale. Da tempo, infatti, molti studiosi hanno chiarito che presso tutti gli ordini mendicanti – prendendo a modello i Domenicani – gli attori fondamentali della formazione che oggi si direbbe ‘permanente’ furono i frati lettori (lectores) in una prospettiva di diretta utilità pastorale essenzialmente in riferimento alle abilità di saper predicare efficacemente, cioè di saper veicolare i messaggi religiosi in differenti contesti culturali e sociali. Tra i Frati Minori per i candidati all’ufficio di lettori (che non era un grado accademico, ma presupponeva l’acquisizione di un livello culturale non diverso da quello universitario) esistevano percorsi di formazione tipici in diverse province. L’ufficio di lettorato solo in limitati casi (e solo in un tempo successivo) dava accesso ad un secondo e superiore livello, costituito dal baccellierato a Parigi (o, in sottordine, presso gli studia inglesi di Oxford e Cambridge), prima tappa per l’eventuale acquisizione del titolo accademico di magister theologiae. Nella provincia di Sant’Antonio i lectores, già presenti negli anni ‘40 e ‘50 del Duecento, incominciano ad apparire, con una certa frequenza, nella documentazione solo a partire dal nono decennio del Duecento; essi seguivano veri e propri corsi pluriennali all’interno della provincia o fuori, ad esempio nei grandi conventi di Milano e di Bologna. Frati attivi come lettori furono presenti nei principali conventi della provincia che erano a capo del raggruppamento, tipicamente francescano, per custodie (Padova, Venezia, Verona, Cividale del Friuli).

     Emanuele Fontana ha pazientemente reperito oltre un centinaio di nomi di lettori, ricostruendone le carriere, che si intrecciano spesso a vari livelli nelle diverse cariche (guardiano, custode, spesso ministro provinciale, ma anche inquisitore in una o in altra area diocesana). La documentazione d’archivio, pervenuta solo in piccola parte, ma complessivamente più abbondante rispetto ad altre aree, offre elementi importanti; ma per studiare i profili culturali e gli itinerari di formazione dei lettori è fondamentale ricorrere ai manoscritti usati da quei frati e che furono strumenti della loro formazione ed attività; alcuni codici sopravvissuti (in particolare nella Pontificia Biblioteca Antoniana, risalente recto tramite sino ai primi libri ottenuti in uso dai frati nel quarto-quinto decennio del sec. XIII) contenengono infatti non solo tracce d’uso (annotazioni, glosse, notizie di concessioni, minute di lettere ecc…) riferibili a frati studiosi, ma anche prodotti dell’attività di lettori in campo filosofico, esegetico, omiletico: anzi, in quest’ultimo settore alcune raccolte messe insieme in ambito veneto-padovano conobbero una vasta diffusione e duratura fortuna. Le ricerche confermano l’importanza dello studium del convento di Sant’Antonio di Padova che divenne presto (almeno dal 1310) un punto di riferimento fondamentale nella rete complessiva delle scuole minoritiche in Italia, assumendo poi, grazie alla aumentata mobilità verso lo studio di Parigi nell’avanzato Trecento, quella tradizione filosofico-teologica della scuola scotista che lo contraddistinse nei secoli successivi. Qualche rilievo ebbe lo studio conventuale dei Frari a Venezia e funzione di spicco ebbero anche i conventi di Verona, Vicenza, Treviso, Conegliano, Cividale del Friuli, Udine.

     Ringraziamo di cuore Emanuele Fontana per il suo ampio intervento, nel quale – come ci hanno insegnato alcuni maestri “che restano” – vanno a confluire sapientemente integrandosi ricerche d’archivio e di biblioteca.

Padova, 8 gennaio 2014

Donato GalloSegretario
don Francesco Trolese OSB
Presidente

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La Societas Veneta per la storia religiosa si propone di diffondere passione e interesse per gli studi inerenti la storia ecclesiastica, alla quale si richiamava la denominazione iniziale dell’Associazione. Inoltre vuole sensibilizzare ad uno studio della storia intesa come rigore critico, ricerca delle fonti e dei documenti, scrupolo interpretativo fondato su un corretto metodo filologico e non sul dilettantismo.

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