Anno 2020

ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA e RIUNIONE - 25 gennaio 2020

     Alle 15.45 di sabato 25 gennaio 2020 viene dichiarata aperta, in seconda convocazione, l’Assemblea ordinaria annuale della “Societas Veneta per la storia religiosa”.

     L’assemblea si apre con la relazione del Presidente, Marco Bolzonella, che ricorda l’attività svolta nell’anno 2019, gli incontri mensili, il XXXV corso annuale di cultura che ha trattato il tema: Il cattolicesimo nei continenti extraeuropei fra missione e inculturazione e il corso Autunno paleografico. Le iniziative, in particolare i due corsi, hanno avuto una presenza di pubblico considerevole, così come l’apertura della pagina Facebook della Societas ha riscosso immediatamente un notevole successo. La tradizionale gita di fine anno sociale si è svolta a Castelfranco Veneto. Dopo la visita alla biblioteca e all’Archivio comunale, guidati dal direttore dott. Matteo Melchiorre, si sono visitate la Torre civica e il Museo Casa Giorgione; la giornata è terminata con la presentazione del volume di Giacinto Cecchetto L’Ospedale di San Giacomo Apostolo di Castelfranco Veneto, a cura del nostro socio Donato Gallo e la cena sociale. Il Presidente ringrazia poi la comunità di Santa Giustina per la generosa ospitalità e i soci che si sono prodigati per la realizzazione dei programmi dell’associazione. Prende poi la parola il tesoriere, Emanuele Fontana che presenta il bilancio consuntivo che è approvato all’unanimità, nonché il bilancio preventivo, approvato pure all’unanimità.

     L’incontro è proseguito con la presentazione del volume del nostro socio e tesoriere Emanuele Fontana, I registri processuali di Alberghetto Vandoli da Bologna. Notaio patriarcale (1303-1307), Istituto Storico per il Medioevo, Roma 2019 (Fonti per la Storia della Chiesa in Friuli, Serie Medievale, 21) da parte di Andrea Tilatti (Università degli studi di Udine) e di Donato Gallo (Università degli studi di Padova); l’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Istituto Pio Paschini. Gabriele Zanello ha aperto l’incontro porgendo i saluti del direttore dell’Istituto Pio Paschini, Cesare Scalon, illustrandone obiettivi e risultati. È seguito l’intervento di Andrea Tilatti che si è concentrato su alcuni aspetti, legati alle vicende dell’Istituto che hanno fatto da cornice alla pubblicazione presentata: la nascita nel 1978 – in concomitanza con l’apertura dell’Università di Udine – per volontà di Mons. Battisti; le prime pubblicazioni relative alle “Fonti e ricerche di storia ecclesiastica friulana”; infine l’alto numero di pubblicazioni dell’ultimo decennio, realizzate grazie all’impegno del suo direttore. Sintetizzate le tipologie di fonti pubblicate nei primi anni, Tilatti ha descritto le scelte editoriali che hanno privilegiato, a partire dal 2006, le edizioni di fonti friulane tra le quali si possono elencare: i protocolli dei notai della curia patriarcale, i catapan, i libri di amministrazione, i testi agiografici. L’attenzione si è dunque focalizzata sui notai di curia, i protocolli dei quali risalgono per la maggior parte al XIV secolo (poche le eccezioni relative al secolo precedente). I documenti pubblicati dimostrano che non sempre i notai friulani rivestirono ruoli centrali nella struttura della curia del patriarca a differenza di altri provenienti da altre regioni, tra i quali lo stesso Alberghetto. Le ragioni si possono forse ricercare nell’identità dei patriarchi di Aquileia stessi, dapprima originari dell’area germanica, poi comunque non selezionati tra il clero locale, tanto che Tilatti si è posto la domanda se esista una storia del patriarcato di Aquileia distinta dalla storia del Friuli. La scelta di pubblicare per intero i documenti dei notai, secondo il criterio del nominativo del notaio stesso, dunque secondo i profili dei notai e non secondo un criterio cronologico, mette in luce la peculiarità e la varietà del mondo che circonda la curia di Aquileia, il cui patriarca vive l’ufficio come coronamento della carriera.

     Il libro curato da Emanuele Fontana illustra le medesime questioni, ma da un’altra prospettiva: non si tratta infatti di un protocollo notarile in senso stretto, ma di verbali di processi che vanno collocati nelle dinamiche del potere e nel contesto che lo anima. Le registrazioni evidenziano la collaborazione tra i notai, il loro ruolo nei processi, ma anche la scarsa interazione con la società friulana; il libro pone inoltre un’ulteriore difficoltà dovuta ai tecnicismi del linguaggio giuridico; anche in questo senso il lavoro di Emanuele Fontana è stato prezioso.

     È seguito quindi l’intervento di Donato Gallo incentrato maggiormente sulla genesi e sul contenuto del volume. Molto apprezzate sono state la cura e la precisione dell’edizione, nonché l’esauriente sintesi introduttiva, nonostante le difficoltà dovute ai danni del supporto cartaceo. Dopo alcune note biografiche sul notaio Alberghetto Vandoli, sul contesto bolognese della sua formazione e sul suo arrivo presso la curia del patriarca, l’intervento ha evidenziato la funzione della fonte: si tratta infatti di testimoniali ovvero di materiali preliminari alla sentenza (che solo in rari casi ci è pervenuta). Quanto al contenuto, ci si trova di fronte alla registrazione dell’attività del tribunale ecclesiastico legata anche alla provenienza del patriarca, ma a differenza di altre aree non c’è traccia di questioni criminali (quali, per esempio, quelle riguardanti gli eretici). Naturalmente si trovano atti relativi a cause delegate, ma anche atti di processi in seconda istanza; molte poi sono le curiosità relative alle singole cause che vedono il coinvolgimento anche di monaci e monache. Del lavoro svolto da Fontana è stata inoltre evidenziata l’estensione della ricerca ai notai coevi che collaborarono con Alberghetto, la ricerca di informazioni in altri archivi e la disponibilità di Alberghetto a lavorare anche per altri soggetti, oltre che per il patriarca. Di un certo interesse è inoltre la collaborazione con Meglioranza da Thiene che sottoscrive alcuni atti processuali, a segnalare la sovrapposizione di compiti nella curia. Anche la parte di corredo del volume è piuttosto ricca; in particolare la regestazione iniziale che non si limita a brevi accenni, ma a veri e propri accurati riassunti. Alla presentazione è seguito un lungo e articolato dibattito.

Padova, 5 ottobre 2020

Silvia CarraroSegretaria
Marco Bolzonella
Presidente

LE PAROLE DELLA STORIA - YouTube - 2 giugno 2020

LE PAROLE DELLA STORIA - YouTube - 24 luglio 2020

Raccontare la follia. San Giacomo di Tomba
Intervista a S. Carraro, M. Garbellotti e E. Gamberoni.

RIUNIONE TELEMATICA - 21 novembre 2020

     La riunione si è aperta con i saluti del Presidente e la presentazione della nuova modalità telematica di incontro causata, com’è noto, dall’attuale situazione sanitaria.

     Si è iniziato con un ricordo del compianto Prof. Sante Bortolami, scomparso il 3 novembre di 10 anni fa, da parte del prof. Bartoli Langeli che ne fu collega all’Università di Padova. Rigore scientifico, impostazione della ricerca d’archivio, pur in ambiti e discipline diverse, ma anche consonanza personale univano il gruppo di storici padovanitra i quali Rigon, Gallo e Bortolamie Bartoli Langeli che arrivando a Padova si è trovato a lavorare tra amici. Con il prof. Bortolami due sono state le occasioni di collaborazione: la prima relativa a una volume sulla permuta tra l’abbazia della Vangadizza e il Comune di Padova del 1298, la seconda l’edizione del Liber iurium di Monselice nelle Fonti per la Terraferma Veneta. Il ricordo più vivo resta tuttavia quello di un uomo dotato di grande serietà ma anche di leggerezza umana, di grande intelligenza e capace, attraverso alcuni suoi saggi e tematiche, di rinnovare gli studi.

     L’incontro è proseguito sotto forma di dialogo sul nuovo volume del prof. Attilio Bartoli Langeli, “Da Alcuino a Gigliola Cinquetti. Discorsi di paleografia, Padova, Libreriauniversitaria.it, 2020.

     La prima domanda posta al professor Bartoli Langeli ha preso lo spunto da uno dei saggi presenti nel libro, pubblicato originariamente in occasione di un convegno a Bressanone nel 1981, e ha riguardato il legame tra Bartoli Langeli e il contesto culturale di Folena e, in particolare qual è il suo rapporto con la filologia romanza. È seguita una domanda relativa alla genesi del libro. La proposta di riunire i saggi di paleografia è partita da Paolo Trovato, direttore della collana Storie e linguaggi, arrivata in pochi anni al numero 36. Assai meditato è stato il titolo, la cui scelta è ricaduta su Discorsi per il suo carattere “didattico”, legato al ruolo di docente. La prima parte del volume, implicitamente dedicata alla lezione di Cencetti, riguarda la storia della scrittura medievale e alle forme grafiche. La seconda parte ripete alcune delle domande che Armando Petrucci dichiarava come fondamentali della paleografia; in questi saggi la vocazione è quella di guardare le cose e di cogliere nei testi scritti a mano, la mano della persona che ha scritto quelle cose. La terza parte invece è rappresentata da alcuni saggi che raccolgono dei testi divertissement, intorno alla scrittura.

     Il discorso si è spostato quindi sul rapporto tra le esigenze di lettura e i cambiamenti dei segni grafici. Tale rapporto funziona bene per due scritture in particolare: la carolina e la gotica. La prima, inventata in primis da Alcuino da York – da cui il titolo del libro – è una scrittura per lettere, fondata su tanti singoli elementi grafici (le lettere, appunto) inconfondibili (poco compendiate), facili da riconoscere, a differenza delle scritture precedenti. È funzionale a una lettura per lettere, elementare, che procede lentamente scoprendo parole e frasi; nasce, a quanto pare, rispetto a questo tipo di riflessioni, per una lettura a voce alta o silenziosa ma lenta – di lettera in lettera – o di parola in parola.

     A distanza di mezzo millennio la faccia della scrittura cambia radicalmente con la gotica che è una scrittura per parole; le lettere di una parola sono ravvicinate (molto compendiate) tra loro per evidenziare lo stacco tra parola e parola. Esiste un rapporto vicendevole con l’uso che si fa di quei testi; la scrittura è funzionale alla lettura mentale che comprende al volo la parola, la riga e il pensiero.

     Altra questione riguarda la scrittura delle donne (tema al quale gli studi di Bartoli Langeli, hanno prestato molta attenzione) e il confronto fra la scrittura delle persone acculturate (chierici, religiosi, notai, intellettuali) e quella dei non professionisti della scrittura che non usano il libro come proprio strumento di lavoro. Il 90% delle donne si trova in quest’ultima area, poiché hanno appreso a scrivere in privato, non a scuola. Un esempio è quello di Margherita, moglie di Francesco Datini che ha appreso a scrivere da un notaio con lo scopo precipuo di poter comunicare con il marito, spesso lontano. Lo scrivere delle donne è bello perché rappresenta una prova di forza; le donne si impadroniscono del proprio destino per poter comunicare, superando le barriere. Non a caso le donne scrivono in particolare lettere per comunicare con persone lontane. Le prime donne a scrivere sono badesse o religiose che nel XII secolo sanno scrivere per lo più il loro nome in modo stentato, poi nel Quattrocento le scritture femminili aumentano notevolmente in parallelo all’affermazione della scrittura del volgare.

     È seguito poi un acceso dibattito sulle nuove tecnologie e la paleografia con l’intervento di molti partecipanti.

Padova, 14 dicembre 2020

Silvia CarraroSegretaria
Marco Bolzonella
Presidente

RIUNIONE TELEMATICA - 19 dicembre 2020

     La riunione, svolta utilizzando la piattaforma telematica Zoom, si è aperta con una rapida rassegna bibliografica relativa a recenti pubblicazioni presentate dai soci Bolzonella, Frison Segafredo, Gallo, Giovannucci, Rossi.

     Successivamente si è passati alla relazione del nostro socio prof. Pierluigi Giovannucci dal titolo La “fabbrica dei santi” in età contemporanea: verso un nuovo paradigma agiologico cattolico? La lezione è stata introdotta da una rapida, ma precisa, panoramica dedicata al culto dei santi nella Chiesa e alle modalità seguite per le canonizzazioni cattoliche soprattutto nel periodo compreso tra il Concilio di Trento e i giorni nostri. Il culto dei santi, del resto, come è emerso dalle parole del relatore, appartiene al patrimonio più antico della Chiesa, risalendo ai primissimi secoli del cristianesimo: esso trova la propria matrice nella venerazione per i martiri. In seguito il prof. Giovannucci si è soffermato soprattutto sulla dottrina del Vaticano II in materia di santità. Di rilievo, quindi, le note espresse sull’azione di riforma in materia di santità dispiegata da Paolo VI poi ripresa e sviluppata da Giovanni Paolo II. Il papa polacco, come esposto dal prof. Giovannucci, ha, tra l’altro, utilizzato la ‘politica delle canonizzazioni’ (non scevra di alcune criticità) come un formidabile «strumento di governo ecclesiastico».

     L’ultima parte della molto interessante relazione si è strutturata sull’approfondimento della esortazione apostolica Gaudete et exsultate, pubblicata da papa Bergoglio nel marzo 2018, dedicata, come è noto, alla «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Una esortazione apostolica che, come è emerso dalle parole del relatore, presenta importanti novità in ordine alla concezione della santità cristiana e potrebbe, in prospettiva, avere un forte impatto sulla teoria e sulla prassi futura delle canonizzazioni cattoliche.

     A conclusione di una lezione apprezzata per acribia e profondità dei temi trattati è seguita una discussione molto lunga ed articolata. Ciò a testimoniare l’importanza, sul piano critico e storiografico, dell’intervento del prof. Giovannucci.

ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE E INCONTRO

     L’assemblea ordinaria annuale della Societas Veneta per la storia religiosa è convocata, a norma del vigente statuto, in prima convocazione venerdì 22 gennaio alle ore 23.00 e, in seconda convocazione, sabato 23 gennaio alle ore 15.30. Per i noti problemi sanitari, la riunione si terrà in via telematica con l’utilizzo della piattaforma Zoom, con il seguente ordine del giorno:
1. Relazione del Presidente
2. Bilancio consuntivo 2020: votazione per l’approvazione
3. Bilancio preventivo 2021: votazione per l’approvazione
4. Eventuale ammissione nuovi soci

     Poiché la situazione sanitaria causata dal COVID e i recenti DPCM impediscono la riunione fisica dei soci, il direttivo ha deciso all’unanimità (e come previsto dalla normativa in vigore) di prorogare l’attuale direttivo e le cariche di un anno, salvo dimissioni da esse degli attuali titolari, sperando che nei primi mesi del 2022 la situazione permetta di tenere l’assemblea in presenza, modalità che si ritiene fondamentale per la nostra associazione.

Padova, 13 gennaio 2021

Silvia CarraroSegretaria
Marco Bolzonella
Presidente

Chi siamo

La Societas Veneta per la storia religiosa si propone di diffondere passione e interesse per gli studi inerenti la storia ecclesiastica, alla quale si richiamava la denominazione iniziale dell’Associazione. Inoltre vuole sensibilizzare ad uno studio della storia intesa come rigore critico, ricerca delle fonti e dei documenti, scrupolo interpretativo fondato su un corretto metodo filologico e non sul dilettantismo.

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