Anno 2005

ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA e RIUNIONE - 29 gennaio 2005

L’o.d.g. è il seguente:
1. relazione del presidente uscente sul biennio di attività 2003-05; discussione e proposte
2.
presentazione del bilancio consuntivo; votazione per l’approvazione
3.
elezione del nuovo consiglio direttivo
4.
votazione per l’ammissione di nuovi soci
5.
presentazione di novità bibliografiche.

     Il presidente uscente G. Romanato offre un sintetico resoconto dell’attività della Societas nel biennio trascorso. Per quanto riguarda le riunioni mensili rileva come la presenza dei soci sia stata più che soddisfacente: il che dà ragione alla scelta compiuta di alternare, in veste di relatori, soci e ospiti esterni.

     Sui corsi primaverili di cultura ricorda come siano l’attività tradizionalmente più impegnativa, in quanto riflettono l’immagine esterna dell’Associazione. Anche negli ultimi due anni, però, è stato premiato lo sforzo organizzativo e finanziario ed è stata apprezzata la scelta degli argomenti proposti e degli studiosi chiamati a trattarli, tanto che pare poter affermare che i nostri cicli si siano imposti come un appuntamento tra i più rilevanti della stagione cittadina, e non solo cittadina.

     A proposito dell’Autunno Paleografico, Romanato spiega come, dopo una flessione di presenze dovuta a varie circostanze oggettive, ci sia stata nell’ultimo anno, una ripresa nel numero delle iscrizioni, il che ci conforta nel proseguire in questa iniziativa tanto cara a Paolo Sambin dalla quale hanno preso l’avvio altre iniziative quali la costituzione di un gruppo permanente presso l’Archivio di Cittadella (PD).

     Per quel che riguarda la situazione finanziaria Romanato spiega come ci sia, al momento, un attivo di cassa che permette lo svolgimento delle attività programmate: ciò è dovuto principalmente alle quote sociali, a un finanziamento della Provincia nel 2003, alla collaborazione gratuita della Biblioteca di Santa Giustina e di numerosi soci.

     Romanato conclude con un pensiero a Paolo Sambin, ricordando come il suo esempio e il suo insegnamento rimangano vivissimi e continuino ad essere il tracciato lungo il quale la Societas proseguirà il suo cammino.

     Dopo la relazione di Romanato interviene Bortolami per esprimergli un vivo ringraziamento per l’impegno, l’autorevolezza, l’equilibrio con cui ha condotto la Societas in questi anni.

     La tesoriera, O. Tommasi, presenta il bilancio che i soci approvano all’unanimità.

     Si passa all’elezione del nuovo consiglio direttivo. Risultano eletti (in ordine di preferenza, secondo i voti ricevuti): Bortolami, Romanato, Frison, Trolese, Gallo, Marcon, Rigon, Granello, Saggin, Servadei, Vedovato (con gli ultimi tre a pari merito).

     Vengono ammessi all’unanimità come nuovi soci: Teresina Barbieri, Eleonora Lombardo, Margherita Piva Pietrogrande, Luigi Scarpati, Cristina Zanardi.

     Segue un’ampia presentazione bibliografica nella quale intervengono: Vedovato, Romanato, Bortolami, Gallo, Ceccon.

     Dopo il precedente resoconto si ritiene, prima di chiudere, di dover dare informazione che il nuovo consiglio direttivo, riunitosi il 16 febbraio e il 17 marzo 2005, ha così assegnato le nuove cariche sociali:

Presidente: Sante Bortolami
Vice-presidente: Donato Gallo
Segretaria: Cristina Marcon
Tesorieri: Ornella Tommasi (quest’ultima ha poi rassegnato le dimissioni per ragioni personali), Emanuele Fontana, Beppino Daberto
Segretario organizzativo: Leopoldo Saggin
Collaboratori per l’Autunno Paleografico: Marta Faggiootto e Piera Ferraro

     A Sante Bortolami e ai suoi collaboratori vanno il grazie per aver accettato l’onere e la conferma della solidale collaborazione di tutti i socii.

Padova, 1 aprile 2005

Rosetta Frison SegafredoSegretaria

INCONTRO - 16 aprile 2005

     Il 16 aprile scorso si è tenuta la prevista iniziativa in memoria del genocidio armeno, di cui ricorre il 90° anniversario. La Societas ha voluto dedicare a questa tragedia un momento commemorativo che si è realizzato con la proiezione del filmato Hushér (La memoria).

Il documento visivo è stato preceduto dalle parole di saluto e riflessione del presidente, prof. Sante Bortolami, e presentato dall’avv. Vartan Giacomelli, presidente dell’associazione Italiarmenia. Oltre a una sintesi degli eventi storici e a uno spezzone del film “Una strada chiamata Paradiso” (Henri Verneuil, Francia 1992, con Claudia Cardinale e Omar Sharif), il filmato conteneva alcune testimonianze dirette di sopravvissuti.

Il prof. B. L. Zekiyan ha concluso con parole toccanti in memoria di coloro che ha definito “martiri, morti per non rinnegare la loro fede”.

Padova, 24 aprile 2005

Cristina MarconSegretaria
Sante Bortolami
Presidente

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RIUNIONE - 7 maggio 2005

     L’incontro ha inizio con una breve prolusione del presidente S. Bortolami e i ringraziamenti a Gian Maria Vian che ha accettato di parlarci del suo libro: La donazione di Costantino, Bologna, Il Mulino, 2004.

     La presentazione dello storico e della sua opera viene fatta da Gianpaolo Romanato che sottolinea, oltre alla nota competenza, l’estrema semplicità e chiarezza espositiva tale da rendere facili argomenti accademici complessi. Il docente (insegna Filologia patristica all’Università di Roma, La Sapienza) nella sua attività di ricerca come nella collaborazione con diversi quotidiani e periodici, tra i quali L’Avvenire, ha sempre dimostrato equilibrio e libertà di giudizio, senza mai appiattirsi su posizioni “agiografiche” e apologetiche.

     L’esposizione ha inizio con la rievocazione delle vicende che hanno portato alla stesura della pubblicazione in una collana intitolata “L’identità italiana” e dedicata a sviluppare “la nostra storia: … le idee, le cose che ci hanno fatti quelli che siamo”. La vicenda del Constitutum Constantini non era mai stata studiata organicamente prima e per molti rimaneva legata all’invettiva dantesca (Inf., XIX, 115-117) contro il potere temporale della Chiesa. Il falso documento, grossolanamente compilato, con tutta probabilità a metà dell’ottavo secolo, fu in realtà considerato spurio già ben prima che Valla ne dimostrasse le palesi incongruenze (almeno dal 1001 presso la cancelleria di Silvestro II, in un momento di pieno accordo tra papato e impero). La vicenda si fonda tuttavia sulla reale figura storica di Costantino, sulla sua politica filocristiana e sulla traslatio imperii compiuta con la fondazione di Costantinopoli. Il relatore si è impegnato soprattutto in una acuta analisi dell’impatto ideologico che l’evento ha avuto nella storia italiana moderna e contemporanea. Alla Donazione si riallacciano infatti due grandi e cruciali temi: la ormai millenaria questione del potere temporale dei papi e della Chiesa e, a partire dal Trecento, la questione italiana, risolta in parte con i Patti del periodo fascista e la più recente revisione degli accordi tra lo Stato italiano e la Santa Sede (1984). Paradossalmente, la fine del potere temporale ha condotto la Chiesa ad una rinnovata vitalità nel rapporto con la politica non solo italiana e, grazie a questa travagliata evoluzione storica, il papato si può dire che goda attualmente di un universale riconoscimento come altissimo centro morale e religioso.

Padova, 21 maggio 2005

Cristina MarconSegretaria
Sante Bortolami
Presidente

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GITA - 4 giugno 2005

L’o.d.g.è il seguente:
1. visita alle idrovore di Civè di Correzzola
2.
visita alla Corte benedettina di Correzzola
3.
presentazione storica del complesso della corte da parte di Girolama Borella, Sante Bortolami, Roberta Gabbatore e Francesco Trolese.

     L’anno sociale 2004-05 si è concluso con la consueta e attesa riunione esterna.

     Come proseguimento ideale della visita dell’anno scorso alla Corte benedettina di Legnaro, si è voluta ripetere l’esperienza nell’imponente Corte di Correzzola, vera ‘perla’ dei possessi fondiari di Santa Giustina di Padova. La visita è stata preceduta da un’interessante ricognizione del territorio, con l’accesso alle idrovore di San Silvestro di Civè di Correzzola che risalgono all’inizio del secolo scorso e possono considerarsi pezzi rari di tecnologia del ‘900. Gli impianti, illustrati con competenza e disponibilità da un funzionario del Consorzio, hanno destato vivo interesse per le tecniche idrauliche e la capacità operativa che consentono al Consorzio di bonifica Adige-Bacchiglione, attuale gestore delle acque, di tenere sotto controllo un vasto territorio (49.037 ha) in gran parte sotto il livello del mare (20.000 ha), grazie anche ad un complesso sistema di canali (665 Km) e di idrovore (ben 32) che sollevano un volume d’acqua impressionante (circa 150 milioni di metri cubi l’anno).

Si è poi visitata la Corte, comprendente la casa dominicale con sale interne affrescate, oggi restaurata e sede del Municipio; la foresteria, che ora ospita un albergo; i granai, in via di sistemazione per la parte di proprietà del Comune. Le condizioni di ciò che rimane in mano privata sono invece preoccupanti, in particolare l’enorme edificio delle scuderie, che soffre purtroppo un penoso abbandono.

     La presentazione storica si è svolta nell’attuale sala consigliare, nei locali che furono residenza dell’abate; Sante Bortolami, ha ripercorso le vicende medioevali della Corte, a partire dal 1129 fino alle soglie dell’età moderna, quando i possedimenti furono organizzati in una moderna grande azienda di circa 12.000 campi; don Francesco Trolese ha continuato l’excursus riassumendo l’opera di bonifica e di consolidamento dell’azienda agricola svolta dai monaci nei secoli XV e XVI, soprattutto su impulso dell’abate riformatore Ludovico Barbo; Roberta Gabbatore, giovane architetto neolaureata e dottore di ricerca in Storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali ha illustrato parte dei risultati delle ricerche per la sua tesi (La presenza dei Benedettini a Correzzola e nel Foresto: la lunga storia delle trasformazioni di un territorio ai confini tra Padova e Venezia, relatore Donatella Calabi, correlatore Claudia Salmini [2003]) dedicata alla scelte edilizie e alle soluzioni architettoniche messe in opera dai monaci per le esigenze dell’azienda agricola. Girolama Borella, alla quale va il merito dell’organizzazione dell’incontro, ha presentato il sindaco Mauro Fecchio che, oltre ad averci gentilmente ospitati, ha voluto salutarci presentando un rapido panorama degli interventi realizzati e di quelli auspicabili per la Corte.

     La Societas, nelle parole conclusive del Presidente, potrebbe svolgere in futuro un ruolo attivo di sensibilizzazione e sollecitazione degli enti preposti per il recupero e un congruo utilizzo degli edifici.

Padova, 10 ottobre 2005

Cristina MarconSegretaria
Sante Bortolami
Presidente

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RIUNIONE - 29 ottobre 2005

L’o.d.g. è il seguente:
1. aggiornamenti bibliografici
2. presentazione del volume di Giovanni Silvano, A Beneficio dei poveri. Il Monte di Pietà di Padova (1491-1600), Bologna, Il Mulino 2005.

     Introducendo l’incontro, il presidente S. Bortolami ha dedicato un breve e doveroso ricordo al socio onorario Germano Gualdo, scomparso il 2 ottobre scorso. Nato a Foligno da famiglia vicentina, a Padova, città della sua laurea, Gualdo mosse i suoi primi passi di studioso con l’assistenza di Paolo Sambin, di cui divenne per la vita amico fraterno. Trasferitosi a Roma a metà anni Cinquanta, vi compì la sua formazione (fu allievo del grande paleografo Giulio Battelli) e vi rimase svolgendo con esemplare competenza e disponibilità il ruolo di archivista presso quella straordinaria fucina di ricerche che è l’Archivio Vaticano. Ha sempre guardato con speciale simpatia alla ‘Societas’, alla quale ha dato molto. Parecchi fra noi hanno ancora viva e riconoscente memoria dei due corsi di diplomatica pontificia, da lui tenuti nel 1985 e nel 1995, con stile didattico semplice ed efficace e con serenità coinvolgente. Alla sua memoria si pensa di dedicare un volume a cura della ‘Societas’, con i contributi di quanti vorranno partecipare, incentrati sui tre grandi filoni d’interesse prediletti dallo studioso: la storia veneta, la storia della Chiesa e la storia della cultura.

     È seguita una rapida presentazione di numerosi e interessanti novità bibliografiche.

     Si è proceduto poi a fare il punto sull’‘Autunno paleografico’, che anche quest’anno prenderà regolarmente il via martedì 22 novembre (alla data di spedizione della presente gli iscritti sono circa trentacinque).

     Infine, Giovanni Silvano ha presentato, quasi in anteprima, il suo lavoro fresco di stampa: A Beneficio dei poveri. Il Monte di Pietà di Padova (1491-1600). L’autore, adottoratosi in storia a Los Angeles e attualmente docente presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Padova (è, tra l’altro, direttore di un master per ‘Responsabile della formazione e gestione in organizzazioni del terzo settore’, attivato a Rovigo), nella sua abbondante produzione è progressivamente passato da interessi di storia delle dottrine politiche e dell’ingegneria costituzionale dello stato moderno (con particolare attenzione alle forme repubblicane di governo a Venezia e a Firenze) ad indagini più ‘strutturali’ basate su ampie esplorazioni d’archivio, pubblicando tra l’altro un volume su Padova democratica (1797) Finanza pubblica e rivoluzione, Venezia, Marsilio, 1996, presentato in una passata riunione della ‘Societas’.

     L’ospite ha rievocato i passaggi essenziali compiuti per ricostruire le vicende e il funzionamento di quella che può definirsi la prima istituzione della cosiddetta ‘economia civile’ della città di Padova, attingendo fondamentalmente al ricchissimo e inesplorato fondo ‘Camera dei pegni’, conservato presso Archivio di Stato di Padova.

     Il Monte di Pietà sorse infatti, negli ultimi anni del quindicesimo secolo, con lo scopo di raccogliere fondi, generalmente donati in Quaresima, per poi gestirli e restituirne gli utili in beneficenza. Il sistema, che prevedeva la gestione degli interessi e faceva salvo il capitale, funzionò talmente bene da ottenere una risposta corale e in continua crescita da parte della città.

     La ricerca parte dagli Statuti o Capitoli (il ‘dover essere’), rimasti quasi invariati fino alla trasformazione in Cassa di Risparmio (1822), e si sviluppa nel riscontro delle norme con i registri contabili (l’‘essere’), compilati e conservati con cura meticolosa, che danno conto del capitale, degli utili, delle spese di gestione e anche degli eventuali ‘intacchi’ (ammanchi).

     Illustrando con chiarezza e sicurezza alcuni snodi fondamentali del libro, l’autore è riuscito a mostrare, in forme persuasive, come la tensione etica e sociale in risposta alle pressanti esigenze di contrasto alla povertà, unita ad un’estrema abilità tecnico-contabile, diede vita ad un’organizzazione complessa e raffinata, degna di essere considerata un’intuizione centrale e rivoluzionaria nella società di antico regime, paragonabile a ciò che fu l’Università per il medioevo.

     Nel corso della discussione, con grande disponibilità l’autore ha reso partecipi i presenti dei motivi della scelta, delle fatiche, dei punti ancora controversi e dei dubbi conseguenti la trattazione di un argomento così ampio e complesso.

Padova, 20 novembre 2005

Cristina MarconSegretaria
Sante Bortolami
Presidente

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RIUNIONE - 3 dicembre 2005

L’o.d.g. è il seguente:
1. presentazione di novità bibliografiche
2.
schede bibligrafiche per la “Rivista di storia della Chiesa in Italia”

     La riunione inizia con un’ampia e interessante presentazione di recenti novità bibliografiche a cura di F. Dal Pino, M. Rossi e S. Bortolami.

     Il presidente S. Bortolami dà quindi notizia dello stato dell’“Autunno paleografico” che ha iniziato l’attività con un buon numero di iscritti e che ha in sé le migliori premesse per una buona riuscita.

     Subito dopo introduce la proposta di partecipazione attiva della Societas alla rassegna bibliografica della “Rivista di storia della Chiesa in Italia” (RSCI), auspicando la costituzione di un gruppo numeroso di collaboratori per la stesura di schede. La struttura della rivista prevede infatti una specifica sezione dedicata alla segnalazione di pubblicazioni che attengono alla storia delle istituzioni, degli uomini e degli eventi religiosi dal punto di vista culturale, artistico, sociale e filosofico per le diverse aree geografiche della penisola. Le schede relative all’area Veneta (comprensiva anche della Dalmazia, dell’Istria e dei territori dipendenti dal governo della Serenissima) saranno raccolte con cadenza periodica (entro giugno e dicembre) coprendo il maggior numero di pubblicazioni monografiche e periodiche possibile, in modo da fornire un panorama completo dello stato degli studi.

     A questo scopo è stata creata una commissione (aperta alla collaborazione di tutti) che ha individuato un coordinatore e responsabile della raccolta nella persona di Luisa Servadei cui, per il futuro, si farà riferimento sia per la segnalazione delle pubblicazioni oggetto di lettura (anche quelle spogliate e prive di contributi da segnalare) sia per l’invio delle schede ultimate. Nel frattempo si è inteso dare un primo indirizzo sulle regole da seguire per la redazione delle schede. L’esigenza di uniformità e di concisione impone la redazione di schede che consentano:
     a. l’individuazione precisa della pubblicazione (citazione)
     b.
il riassunto e la valutazione del contenuto (breve nota esplicativa).

     L’imperativo categorico della brevità deve infatti unirsi alla chiarezza espositiva al fine di rendere al lettore un servizio di informazione utile al suo campo di interesse.

     Sulla redazione del cenno si sofferma S. Bortolami che indica i criteri per la scelta dei contributi da citare in relazione all’ampiezza, alla pertinenza del loro argomento e all’originalità del contenuto. Lo stile dovrà sempre ispirarsi all’obiettivo di informare esaurientemente il lettore (ad esempio dando notizia della documentazione originale edita), non trascurando una valutazione minima del contributo che ne indichi la valenza scientifica per la storia della Chiesa.

     Di seguito C. Marcon legge e commenta velocemente le regole citazionali indicate dalla RSCI come norme essenziali per la redazione delle schede. Le regole (che in tempi brevi saranno rese disponibili sul sito web della Societas e, in fotocopia, a quanti desiderassero averle) propongono un’uniformità teorica che non esaurisce la varietà dei possibili, concreti, casi bibliografici. Gli usi particolari ai quali attenersi suscitano una vivace discussione che si amplia con la lettura di alcune schede “campione” redatte e presentate da M. Faggiotto, P. Ferraro, G. Vedovato e L. Servadei.

     L’invito è ora aperto a tutti quelli che vorranno partecipare a questa attività che, per riprendere con fruttuosa memoria le parole di P. Sambin, è: “opus multorum nascosto e silenzioso”, “strumento utile a chi lo fa e a chi lo utilizza”.

Padova, 14 gennaio 2006

Cristina MarconSegretaria
Sante Bortolami
Presidente

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Chi siamo

La Societas Veneta per la storia religiosa si propone di diffondere passione e interesse per gli studi inerenti la storia ecclesiastica, alla quale si richiamava la denominazione iniziale dell’Associazione. Inoltre vuole sensibilizzare ad uno studio della storia intesa come rigore critico, ricerca delle fonti e dei documenti, scrupolo interpretativo fondato su un corretto metodo filologico e non sul dilettantismo.

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